Più passano i minuti, più lui sale di livello. E’ umano, perché sbaglia anche lui sul primo gol di Genova, ma annulla a turno tutti gli attaccanti avversari, con una marcatura strettissima e attenta. Si espone anche in avanti, trovando una tripletta, ma l’ultimo gol è poesia e rappresenta l’apice della sua prestazione.

I suoi compagni possono contare su di lui per metterla dentro, ma stavolta, per potere giocare a pallone, deve venire più dietro, perché D’amico lo annienta con la sua marcatura. Capisce, però, il giusto tempo dell’inserimento, così frutta il suo primo gol.

Sembra un po’ spaesato. Non è la partita adatta alle sue capacità, poiché è costretto a stare basso e pressare il portatore di palla. Non sfrutta al meglio le ripartenze, altrimenti avrebbe realizzato almeno una tripletta. Suo il gol del definitivo ko.

Corre tanto, ma il suo andamento durante la partita, è come le montagne russe. Se cala la concentrazione, commette errori difensivi gratuiti per gli avversari, ma sa giocare benissimo di prima, vedendo in anticipo gli inserimenti dei compagni. Gran gol di tacco meritato.

Il capitano emerge nel momento di maggiore difficoltà. Un minatore continuo contro la porta di Trapani, tartassata dai suoi tiri. Realizza una tripletta meritata, che permette ai Botafiga di pareggiare più volte il match, non lasciandosi scappare la partita di mano.

Leggero calo di rendimento, rispetto alle precedenti prestazioni. Fatica a stare con la testa in partita per tutti e 50 i minuti, ciò porta a regalare alcuni palloni d’oro agli avversari, pronti a punire le sue disattenzioni. Spesso, però, va detto che è il primo che vuole rimediare ai suoi stessi errori. In attacco non brilla come nelle prime tre uscite.

Anche lui fa una grandissima partita. A differenza di D’Amico, lui inizia forte e conclude forte, con la stessa intensità. Duello scoppiettante innescato con Taormina che ci fa divertire fino alla fine. Bravo nel pressare alti gli avversari, mettendoli in difficoltà sin dalla loro area di rigore.

Molto meglio quando gioca in mezzo al campo. E’ quello il suo ruolo e da lì non deve muoversi, a prescindere dal risultato. Anche lui conosce a memoria i movimenti dei suoi compagni, dunque, non ha problemi a impostare un gioco con pochi tocchi. Deve puntare più la porta. Troppo altruista.

Si vede meno degli altri, ma fa il suo. In difesa è attento e accorto e non sbaglia i movimenti comandati da D’amico. Non è veloce né furbo nelle ripartenze, non sfruttando le opportunità che gli vengono date.

Continua ad essere il migliore della sua squadra. Partita fotocopia, o quasi, a quella di D’amico, soprattutto nel primo tempo: due buonissimi difensori, bravi nel capire in anticipo le mosse avversarie. In avanti ha un buon tiro e non si spaventa di provarlo.

Croce e delizia. Fa buonissime parate, soprattutto nel secondo tempo, quando rifila due schiaffetti agli attaccanti avversari: due parate impensabili. Nel primo tempo può salvare qualche gol in più.

Commette forse il suo unico errore in tutta questa prima parte di stagione: ci può stare. Un tiro da fuori letto male e finito in rete. Poi non fa granché, ma non ha grosse colpe sugli altri gol.

Anche lui, completamente un altro giocatore rispetto alle precedenti prestazioni. Poco vivace, poco estro e poca magia, nessuna scintilla per accendere la partita e poche volte pericoloso sotto porta. Buoni assist.